Cittareale - Guida Turistica

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.: CITTAREALE
  Cittareale è un comune di 482 abitanti della provincia di Rieti.
 Sorge presso l'antico "Vicus Phalacrinae", valle in cui si trovava il villaggio in cui nacque l'imperatore romano Tito Flavio Vespasiano nell'anno 9 d.C. e in seguito i suoi due figli, anch'essi Imperatori, Tito e Domiziano. La loro opera rimane eterna e parla attraverso il Colosseo. In occasione del bimilennario della nascita di Vespasiano si stanno effettuando degli scavi archeologici che, nell'anno 2005 e 2006, hanno riportato alla luce resti della Roma Imperiale. Altre campagne archeologiche saranno effettuate negli anni 2007 e 2008, durante il mese di Agosto. I ritrovamenti saranno poi esposti nel museo di Cittareale. Il Comune di Cittareale è inoltre caratterizzato da un panorama unico, impreziosito dalle sorgenti del Velino, che genera le più importanti cascate italiane, le Marmore. Il Comune di Cittareale ospita anche un polo sciistico di primo livello, Selvarotonda di Cittareale, secondo, nell'Alto Lazio, solo al Terminillo.
 La nascita di Città Reale è controversa. C'è chi la ritiene fondata sulle rovine della mitica Apolline da re Manfredi di Svevia nel 1261. Questa ipotesi avanzata per la prima volta dal Di Cesare nel 1837, è quella che ha trovato maggior seguito, ed è stata costantemente ripresa da tutti gli autori che si sono interessati a questo territorio, a volte senza neanche citarne la fonte principale, come fa il Palmegiani, di certo senza mai verificare le fonti del Di Cesare. In realtà l'ipotesi del Di Cesare, piuttosto che su fonti certe, appare più elaborata per enfatizzare l'opera di re Manfredi ascrivendogli anche opere che in realtà appartengono ad altre epoche. Per altro il Di Cesare muove dall'assunto che l'edificazione di Cittareale sia stata opera dei ribelli di Erice, inviati appunto da Manfredi, al quale per altro avevano ucciso lo zio Federico Maletta, ad edificare una città sui resti della mitica Apolline. L'ipotesi è del tutto inconsistente se non altro perché dovremmo ipotizzare che re Manfredi avesse inviato a costruire una nuova città, e a edificare una delle principali strutture di difesa del suo regno, fornendo loro anche ingenti mezzi finanziari, proprio coloro che avevano agito contro di lui in Sicilia. Anche il D'Andreis coglie l'evidente contraddizione, ma poi, forse per comprensibili motivi municipali, sposa l'ipotesi della fondazione in questo periodo. Ipotesi basata unicamente su un assunto del quale egli stesso coglie l'assoluta non credibilità. Già nel 1650 l'arciprete Raimo Ferrocci elaborò una relazione storica di Città Reale sostenendo che a fondarla fosse stato Roberto d'Angiò. Il Ferrocci sostiene come Città Reale sia nata dalla fusione di più nuclei abitati, contestualmente abbandonati, il principale dei quali era Falacrine. Dello stesso avviso appare essere l'autorevole Antinori nei suoi appunti della fine del XVIII secolo. L'Antinori nota come nel 1329 tal Giovanni di Bernardino, notaio, poneva la sua residenza a Falacrine, segno evidente della non esistenza di Cività Reale che come vedremo,venne fondata proprio quello stesso anno, o era in corso di edificazione, tanto da individuare come luogo di propria rogazione ancora Falacrine che scomparirà con la nascita del nuovo centro. Esisteva di certo nel 1360, quando la città veniva tassata per le decime papali da Rieti in quanto parte della diocesi. Difficile avere dubbi sulla fondazione di Cittareale che può essere individuata proprio nel 1329 per opera di Roberto D'Angiò all'interno di una vasta operazione strategica intesa a rafforzare uno dei piu' nevralgici punti di confine verso Cascia e Norcia, caratterizzate in questo periodo da evidenti mire espansionistiche. L'esenzione fiscale per un quindicennio a partire da questo anno, fatta appunto per stimolare la concentrazione di popolazione all'interno del nuovo centro, comprova in tutta evidenza tale ipotesi.
 Quindi la storiografia su Cittareale segue due diversi percorsi, il primo dei quali muove dall'ipotesi, tutt'altro che suffragata documentariamente, del Di Cesare che la vorrebbe fondata nel 1261, e su tale scia si sono susseguiti numerosi scritti senza alcuna reale verifica in proposito. Sull'altro fronte c'è l'ipotesi del 1329, suffragata, non solo da documentazione certa, ma anche dalle precedenti intuizioni settecentesche dell'Antinori e, addirittura seicentesche, di Raimo Ferrocci. Tre anni dopo la sua fondazione, nel 1332, Roberto d'Angiò che al tempo si trovava a Castellammare, assunse precise decisioni riguardo all'assetto del territorio della nuova città. Lo riporta chiaramente l'Antinori che scrive: "Dal Re del agosto 1332 da Castel amare dove stava dal Giugno si providde per lo buonos tato del territorio di Città Reale, inculcata la difesa ai capitani dell'Aquila , e della montagna d'Abruzzo, e agli ufficiali e Università delle terre convicine , a tenore di quanto gli era stato rappresentato, che gli uomini delle valli di Radeto, di Falagrina, e della terra Camponesta, o sia Camponesca, dai quali era stata costrutta essa Città Reale, venivano speso molestati da invasioni, e da scorrerie. Da quei luoghi da quali s'era formata. La nuova comuinità si denominavano alcune delle famiglie…" L'Antinori prosegue sostenendo ancora che con grande probabilità il nucleo di origine della fondazione doveva essere stato Falacrina: "Ed era la valle falacrina probabilmente quella in cui l'antico vico di Falacrina era decaduto, e ridotto a segno di non essere restata in piedi che la chiesa di S. Silvestro, che arcipretale era, e che serba ancora il sigillo fatto in questo, o nel precedente secolo coll'impronta della Santissima Vergine nell'alto, e nel basso dell'Arciprete in atto d'orare, e coll’epigrafe intorno: Sigillo dell'Arciprete di S.Silvestro di Falagrina. Combina un indice antico delle parrocchie della diocesi Reatina serbato in archivio della cattedrale in cui è notata fra le altre quella di S. Silvestro di Falacrino."